Cagliari: 1899, I sovrani d’Italia pongono la prima pietra del Palazzo Civico

L’arrivo dei padrini d’eccezione, Umberto I di Savoia e la Regina Margherita,  è previsto per il mese di aprile del 1899 e già da diversi mesi prima  in  città  fervono i preparativi.

 di Sergio Atzeni

Il  sindaco Ottone Bacaredda vuole che alla storia di quel nuovo palazzo   siano legati dei padrini d’eccezione e riesce, per la posa della prima pietra, a ottenere l’arrivo a Cagliari nientemeno che del re d’Italia Umberto I di Savoia e  della consorte regina Margherita.

L’arrivo dei padrini d’eccezione è previsto per il mese di aprile del 1899 e già da diversi mesi prima  in  città  fervono i preparativi.

Il palazzo regio che ospiterà i reali viene ristrutturato e le stanze destinate agli ospiti arredate a nuovo e riempite di quadri e tapetti, nuovi lampioni vengono sistemati nelle principali strade che sono anche lastricate a nuovo, macerie ed erbacce scompaiono per incanto.

Il 12 aprile del 1899 il panfilo reale “Savoia” entra in porto salutato da una squadra navale italiana e francese alla fonda.

I sovrani accompagnati dal primo ministro Pelloux sono ricevuti dal Sindaco Bacaredda e dalla consorte, dai deputai Caboni Boi, Merello e Cocco Ortu.

Questo il saluto di Umberto appena mette piede a terra: “Quando vidi Cagliari, mi sentii tutto commuovere e di quel panorama, tra i più belli ch’io abbia mai visto, conserverò perenne ricordo”.

Parole che toccano i cagliaritani che non smettono di applaudire, poi serata mondana al  Politeama Margherita, dove va in scena la Carmen di Bizet .

Il 14 aprile i sovrani posano al prima pietra del palazzo civico poi partecipano a  un’ altra serata di gala al teatro Civico dove va in scena   la Manon, passeggiano per le strade del centro, fanno acquisti come normali cittadini e la regina Margherita  non esita a vestirsi in costume sardo che porta con disinvoltura. Il 18 aprile gli augusti ospiti sono alla stazione ferroviaria sul treno speciale che li porterà a Sassari, una ringhiera cede facendo cadere da 9 metri  decine di persone: un facchino perde la vita.

Una disgrazia che non cancella però la buona impressione che i sovrani hanno lasciato in città.

 

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