Porto Torres  (Sassari): “Su Crucefissu Mannu” la necropoli monumentale segno di religiosità e credenza in una vita ultraterrena 

Libera e ideale foto-ricostruzione della necropoli

di Sergio Atzeni

La necropoli di Su Crucefissu Mannu Porto Torres – Sassari)  risale con 22 tombe ipogeiche che il detto popolore chiama “Domus del janas”   risalgono al neolitico finale, e del Bronzo antico (3200-1600 a.C.).

Il sepolcro monumentale neolitico   è formato da 22 tombe alcuni dei quali simili a dei veri mausolei.

Molte tombe sono state ritrovate integre sepoltura e hanno fornito preziose informazioni  sulle credenze dopo la morte di quel popolo prenuragico.

Le tombe scavate sulla roccia  presentano un ingresso a pozzetto verticale o un corridoio (“dromos”) orizzontale e hanno  numerosi vani disposti intorno ad un’ampia camera principale.

In tanti sepolcri dalle piante particolari  sono stati scolpiti simboli come protomi bovine scolpiti alle pareti.

Grande e rappresentativa di un certo tenore sociale  la tomba VIII con un  “dromos” o corridoio che porta  due piccoli vani quadrangolari  e poi  un’ampia cella rettangolare intorno alla quale si aprono  dieci vani secondari in questo mausoleo notevoli per l’importanza due protomi lineari scolpite.

La tomba XII è veramente monumentale, si compone di ben 15 vani a segnalare che la tecnica acquisita fosse di alto livello e la credenza verso una vita ultraterrena come idee  diffusa nella popolazione.

In età romana, diverse tombe vennero danneggiate dai lavori di costruzione della strada che univa Turris a Karales, testimoniata dai profondi solchi delle carreggiate.

 

 

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